Francesca Zoboli, I FIORI BLU: una mostra, un libro

Francesca Zoboli, I FIORI BLU: una mostra, un libro

 

 

Sabato 19 maggio alla galleria Formaprima è stata inaugurata la mostra I FIORI BLU, un’indagine grafico-pittorica sulla pianta dell’iris, raccontata con lirismo e rigore dalla sua autrice, Francesca Zoboli, nel dettaglio di fiori, foglie e radici.

 

Abbiamo parlato a lungo con l’artista delle questioni inerenti allo svolgimento pittorico del suo lavoro nel post precedente, per riservare uno spazio a parte per il libro.

Il progetto artistico di Francesca Zoboli, infatti, si completa con un libro, realizzato con la collaborazione di Giovanna Zoboli, sorella dell’artista, scrittrice ed editrice dei Topipittori.

Ho chiesto a Francesca e a Giovanna di raccontarmi come è andata l’esperienza del libro I FIORI BLU.

 

 

 

 

 

LA VERSIONE DI FRANCESCA

 

“I Fiori Blu” vede la partecipazione di tua sorella con un racconto che, detto molto sinteticamente, parla di un’esperienza di giardinaggio che avete condiviso.

Mi sono venute immediatamente in mente le celebri sorelle Virginia Woolf e Vanessa Bell, buffo sapere che sono anche dei vostri riferimenti…

 

Si, infatti, noi lo abbiamo sempre detto – facciamo le sorelle Zoboli!

Questa è la seconda volta che facciamo le ‘sorelle Zoboli’: anni fa avevamo lavorato insieme a un progetto per la casa editrice di Giovanna, un libro per bambini, “C’era un ramo”, dove io ho realizzato le illustrazioni e lei ha scritto il testo.

 

Come è nata la collaborazione questa volta?

 

Il lavoro non è nato insieme. Mentre portavo avanti il mio progetto con carte e inchiostri ho maturato l’idea di volere realizzare un libro che non fosse un catalogo.

Volevo arrivare allo stesso obiettivo attraverso altre strade. Mi piaceva l’idea di farlo con Giovanna: ci lega la passione comune per i fiori e il giardinaggio, che in parte mi ha trasmesso proprio lei.

 

 

 

 

Quando è nata la vostra passione per il giardinaggio?

 

Da bibliofila quale è Giovanna andava nelle librerie e tornava a casa con libri di giardini, per esempio quelli di Vita Sackwille West.

La sua passione per il giardinaggio è nata quindi dai libri. Io invece mi sono avvicinata ai fiori quando, al parco di Monza, ho seguito un corso intensivo di giardinaggio teorico e pratico. Ho cominciato a frequentare i vivai, i mercati dei fiori, ho imparato i nomi scientifici delle piante con facilità. Poi, nella casa che viene descritta nel libro c’è stata la prima possibilità concreta di mettere in pratica queste competenze.

Io e mia sorella insieme abbiamo riprogettato il giardino, poi lei se ne è occupata più di me. Entrambe avevamo alle spalle una serie di esperienze mal riuscite di vasi di fiori messi nei posti sbagliati. Ci siamo sforzate di capire in che cosa avevamo sbagliato.

 

 

 

 

Stavi raccontando di come hai coinvolto Giovanna nel progetto del libro…

 

Le ho chiesto di scrivere qualcosa per il libro guardando le immagini che avevo dipinto, qualsiasi cosa, anche poesie. Mia sorella è abituata a lavorare in questo modo: ha realizzato molti libri anche con Guido Scarabottolo, mio marito, scrivendo i testi a partire dalle sue illustrazioni. Dall’immagine si sviluppa il racconto. Per il libro Giovanna ha scritto un testo, “Fenomenologia di un giardino” che mi ha emozionato tantissimo perché parla di noi!

 

 

 

 

 

LA VERSIONE DI GIOVANNA

 

“I Fiori Blu” non è un catalogo d’arte, non è nemmeno un libro illustrato, a mio parere. Io lo definirei un racconto per immagini e parole. Tu come lo descriveresti?

 

Direi che è una divagazione per parole e immagini su un tema floreale. Credo funzioni perché il mio testo ha un andamento irregolare, divagante, appunto. Mentre i disegni di Francesca procedono come una catalogazione poetico-cromatica della forma botanica dell’Iris.

 

Il libro riunisce le vostre storie di sorelle. Il vissuto personale di Francesca, legato alle arti visive e il tuo, espresso attraverso la scrittura, si intrecciano e confluiscono metaforicamente in questo giardino che in passato avete curato insieme. L’iris è la cellula da cui si sviluppa il progetto artistico di Francesca e fa nascere il tuo racconto.

Ci racconti che esperienza è stata?

 

Molto semplice, direi. Francesca mi ha detto su cosa stava lavorando. Le ho chiesto di mostrarmi quello che aveva fatto, dopo di che mi sono messa a scrivere. Mi è subito venuto in mente come si sarebbe sviluppato il racconto: come linea di collegamento fra alcuni punti. I punti sono alcuni iris che ho incontrato e che mi parevano narrativamente interessanti. Collegando questi punti, la linea è entrata e uscita dal tracciato autobiografico che in questo testo ha una parte importante. Si parte da un iris selvatico, si entra a poco a poco in un giardino, si diventa giardinieri di iris, si esce di nuovo dal giardino e si torna alla selvatichezza degli iris.

 

 

 

 

Il percorso che avete seguito è inverso rispetto a quanto avviene nella progettazione di un libro illustrato, dove, intuitivamente, il testo precede le illustrazioni. Nella tua esperienza di editrice cosa cambia quando è la storia a generare le illustrazioni rispetto a quando è l’immagine a fare decollare una storia?

 

Direi che non cambia molto. Quello che è necessario, in entrambi i casi, è avere un nucleo forte di partenza. Una forma che funzioni come matrice di tutto lo sviluppo narrativo successivo. Che sia un’immagine o altro – un’idea, un’atmosfera, una frase, un suono -, quello che conta è che questo nucleo sia gravido di possibilità. Dopo di che tutto sta nel capire come svilupparlo in una forma che funzioni, attraverso un processo coerente di costruzione e selezione. In ogni modo sicuramente ho grande facilità a scrivere a partire da immagini perché le immagini mi interessano molto.

 

Francesca raccontava che la tua passione per la lettura è nata molto presto. Da lì si è sviluppato l’amore per la scrittura. Come sei arrivata a fondare una casa editrice?

E di libri illustrati, per giunta?

 

Sì, è vero, è nata prestissimo. E nel tempo si è affermata come una vocazione. Che poi significa che, fra tante cose che pure mi interessavano molto, questa ha preso il sopravvento: in qualche modo mi era connaturata. Così è stato anche normale fare scelte professionali in questa direzione. Ho lavorato in case editrici, ho fatto la copywriter, ho scritto. E a un certo punto, con Paolo Canton, che ho conosciuto in una casa editrice e che poi ho sposato, e che è sempre stato un conoscitore e amatore di libri, l’idea di diventare editori si è posta come fatto inevitabile, naturale, di un percorso. L’illustrazione è stata una scelta dettata da un grande interesse condiviso per i linguaggi visivi, oltre che per quelli verbali. E anche per i libri come oggetti.

 

 

 

 

 

Appuntamento sabato 2 giugno, alle 18, per scoprire qualcosa di più di questo libro.

 

Nella galleria Formaprima, anzi, nel suo giardino – tempo e zanzare permettendo – ne parleremo insieme alle due autrici e a Giuseppe Zapelloni, della casa editrice La Grande Illusion, che ha prodotto “I Fiori Blu”.

Un estratto del racconto verrà letto da Laura Rolandi.

Non mancate!

 

Un ringraziamento particolare a Cristiane Geraldelli, artista, fotografa e amica, per le fotografie degli allestimenti.

 

 

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