A VICENZA DA ENRICO MITROVICH (parte terza)

A VICENZA DA ENRICO MITROVICH (parte terza)

Continua la conversazione con Enrico Mitrovich a Vicenza, nel suo studio. Enrico mi illustra altri quadri….

 

EM

Anche questo quadro “Madre con bambino (in restauro)” è tratto da una fotografia d’epoca che ho preso da un libro: sono le prime macchine per lo studio scientifico dei quadri coi raggi, per il restauro, questo libro degli anni ‘30 che ho trovato i macchinari sembrano far parte del gabinetto del dottor Calligari, misteriosi, in contesti futuribili…e c’era una madonna col bambino…un bel contrasto…

 

E. Mitrovich, Madonna con bambino (in restauro)

 

EM

Anche questa è un’immagine di un fotografo: rappresenta un bambino cieco che segue con la mano dove c’è la luce. Il titolo è “Segui il tuo corso e lascia udire le genti”…frase di Dante. Lui sente dove c’è la luce…

 

E. Mitrovich, Segui il tuo corso e lascia udire le genti, 2009

 

EM

“Benedizione di un’elica”: questo è un vescovo che benedice un’elica… una foto dell’istituto luce, c’era un vescovo sotto una barca…mi piacevano i paramenti…

 

E. Mitrovich, Benedizione di un’elica, 2008

 

EM

“L’ultimo concerto”: è Toscanini. Questo quadro l’ho riparato…ho segnato dove sono intervenuto, come nei lavori di restauro, il che lo migliora, credo. Era un personaggio molto difficile Toscanini. Nel 1954 ha tenuto l’ultimo concerto e nell’ultimo passaggio si è messo a piangere, è crollato e non è riuscito a completare l’esecuzione. Una carriera ineccepibile, rigida, perentoria – c’è anche la foto – e nell’ultimo secondo si ferma e se ne va.

 

E. Mitrovich, L’ultimo concerto

 

EM

Il titolo di quest’opera è “Autotreno Fiat ATR 100 1936”. Questi sono due bambini, sempre una foto dell’istituto luce, e una locomotiva col fascio littorio, che sembra un mostro…loro non sono per niente spaventati…

 

E. Mitrovich, Autotreno Fiat ATR 100 1936, 2008

 

EM

Questo è un gattopardo, compresso…..

 

E. Mitrovich, Un gattopardo, 2009

 

GMM

Di solito li dipingi mentre stanno saltando, nel momento in cui sono sospesi, fermi in aria…

EM

Qui è in una fase antecedente il salto. Lui è pronto… per fare il balzo, in agguato.

GMM

Devo dissentire da te e da Bacon…quando vedo un quadro io lo vorrei toccare. Secondo me bisognerebbe fare toccare i quadri alla gente…

EM

“Little bird vs flying carpet”: in questo quadro ho fatto un esperimento: ho cucito le campiture delle colture, nell’avvicendamento colturale: questa è una gara tra un uccellino e un tappeto volante…l’uccellino è dietro…

 

E. Mitrovich, Little bird vs flying carpet , 2013

 

GMM

In realtà l’uccellino è fermo, non è lui che sta correndo, che sta volando, ma è il soffione che lo porta, quindi è il vento…la gara è tra il tappeto e il vento. Ma il tappeto volante è inteso come magico, dotato di una propria forza propulsiva e quindi la lotta è contro il vento oppure la competizione è tra i due supporti diversi: soffione e tappeto trasportati dal vento?

EM

Questo è uno scan disk: è la scansione della memoria del computer che viene visualizzato in modo molto rudimentale da questo programma…il titolo è bello perché è “Scansione superficiale di un memoria fissa” siccome sulla memoria c’è una quantità enorme di retorica, l’idea che venisse rappresentata come un pallottoliere mi piaceva…

 

E.Mitrovich, Scan Disk scansione superficiale di una memoria fissa

 

GMM

Ma guarda che bello questo quadro anche dietro…è un doppio quadro, è una meraviglia che si veda la tela come è attaccata con i chiodi, l’intelaiatura…

EM

L’attività artigianale è questa, in realtà sono molto più bravi gli artigiani di me; io ci provo, cerco di recuperare questi valori, imparare le vecchie tecniche…Dietro i quadri respirano, passano i colori, poi virano nel tempo; l’utilizzo della cementite, invece, li impermeabilizza, li rende ingessati e il colore poi non passa sotto…

Tornando allo Scan Disk…questo non è un quadro astratto, rappresenta un programma, proprio come lo vedi, rivisitato ma esistente: questa è un’immagine in movimento, non è frutto di una mia interpretazione. Quando l’ho visto ho detto “cazzo! È potente perchè non è retorico”

GMM

Quindi questo è un dato di realtà: questa cosa è importante per te credo…

EM

Sì, perché mi ancora, poi ho tutto il resto per poterlo sviluppare…

GMM

Ma non capisco che immagine è…è una foto?

EM

È una foto virata del programma…poi io l’ho trasformata. E’ una rielaborazione grafica. Con lo scandisk – ovvero la scansione del disco che è la memoria – io volevo creare la suggestione dell’analogia tra l’interfaccia e il cervello, siccome nel cervello nessuno sa veramente come funziona, allora ho ritenuto di utilizzare un’immagine rudimentale come il pallottoliere, questo è un po’ il messaggio…

GMM

Riflettevo sul tuo utilizzo di fotografie, è molto frequente, anche se non esclusivo. Emerge dai tuoi discorsi e si riscontra nella tua pittura…

EM

E’ vero, a monte della mia pittura ci sono sempre delle foto, delle immagini che mi hanno colpito…

GMM

…immagini che ti hanno colpito che tu hai preso e rielaborato. Mi sembra un contributo molto forte, il filo che attraversa la tua produzione il ricorso alle fotografie come “documento di realtà”. Anche se tu non parti sempre dalla foto. Nel caso del quadro coi pulcini l’opera nasceva da un’esperienza diretta…Anche l’immagine del computer, il ricorso ai numeri, mi sembra proprio che sia in direzione di un’attenzione al dato oggettivo.

EM

Sì esattamente, la fotografia come dato oggettivo è centrale nella mia pittura…

GMM

Questo aspetto è molto interessante anche alla luce del fatto che le tue opere sono diversissime. Il percorso artistico che hai intrapreso non presenta uno sviluppo lineare, un’evoluzione stilistica graduale. Ci sono quadri poi che ripeti nel tempo, quasi ossessivamente, come la serie dei pulcini, eseguiti con una tecnica particolare, a fianco di opere molto distanti stilisticamente. Mi pare che si possa dire che siano l’idea o il soggetto ad assoggettare lo stile. Quindi non sono i soggetti a passare attraverso il tuo stile ma viceversa lo stile si piega per meglio rappresentare l’idea…

EM

Esattamente, bravissima… quando trovo un’immagine che mi colpisce vorrei appropriarmene dipingendola..

GMM

Quando dici che metti delle didascalie ai quadri per facilitare lo spettatore, per far sì che “faccia meno fatica” lo fai perché sei consapevole che un certo intellettualismo dell’arte pone una distanza rispetto a chi guarda. E’ un tema che sento molto anch’io. L’idea che sta alla base del mio spazio espositivo era proprio questa: cercare di ridurre la distanza tra l’opera e lo spettatore. Come farlo? Con una serie di espedienti, uno dei quali è mostrare che dietro un’opera c’è una persona animata da una passione, che è poi un bisogno. Non c’è niente di più umano del bisogno. In seconda battuta fare capire che l’opera non deve necessariamente essere intesa. L’opera è uno scambio, tra l’autore e il fruitore ma anche soltanto tra l’opera e lo spettatore: a mio parere non si deve necessariamente arrivare all’intenzione del pittore. La didascalia annulla il processo di ricerca sull’opera: la pittura è fatta per essere guardata più che spiegata. Poi ci sono anche elementi concettuali importanti che, a posteriori, si possono ricercare. Se fornisci subito una spiegazione, da un lato inibisci l’atto del guardare, che non ha più motivo di essere, perché si sa già cosa rappresenta l’opera; dall’altro fai credere allo spettatore che non è in grado di valutare l’opera senza un facilitatore. In un certo senso lo scoraggi. Invece penso che siamo tutti in grado di apprezzare un’opera, certamente l’occhio va allenato. La semina dell’arte è questa: fare nascere delle domande piuttosto che dare delle risposte.

EM

Sono assolutamente d’accordo…